Non tutti i viaggi iniziano come vorresti

Questa è la storia della piccola Maria, nata da 2 settimane e che con meno di 24 ore di vita ha già affrontato un delicato intervento chirurgico in anestesia generale. Ma è anche la storia dei suoi genitori che da allora,la accompagnano giorno e notte in un piccolo box del reparto di terapia intensiva del famoso ospedale “Sant Joan de Déu” di Barcellona.
España
9 Marzo 2023

Tu fai progetti, ne hai una lista, e poi la vita fa quello che vuole. Così recita una strofa rap che ascoltavo distrattamente qualche mese fa nella mia playlist di Spotify. Una frase che è un monito classico, ovvio e quasi fastidioso; fino a quando non ti colpisce nel tuo progetto di vita più importante.

Quando un medico ha l’ingrato compito di comunicarti che tua figlia ha una malformazione e che va operata d’urgenza subito dopo la nascita, i tuoi piani si sgretolano ed entri in un altro mondo. Una dimensione fatta di ospedali pediatrici, chirurghi, infermieri, sale d’attese piene zeppe d’anime in pena come te.

Questa è la storia della piccola Maria, nata da 2 settimane e che con meno di 24 ore di vita ha già affrontato un delicato intervento chirurgico in anestesia generale. Ma è anche la storia dei suoi genitori che da allora,la accompagnano giorno e notte in un piccolo box del reparto di terapia intensiva del famoso ospedale “Sant Joan de Déu” di Barcellona.

Questo ospedale pediatrico è un’eccellenza alla quale ricorrono pazienti provenienti da molte zone della Spagna, ma anche dall’estero. Si tratta di un edificio imponente di 12 piani, che domina dall’alto la città e da cui si gode di un panorama mozzafiato sul porto, alcuni edifici emblematici e il famigerato Camp Nou. Varcare le sue porte ti catapulta in un centro moderno e all’avanguardia ricco di intrattenimenti interattivi per i piccoli visitatori ma allo stesso tempo ti fa entrare in un mondo del quale, in molti casi, preferiamo ignorare l’esistenza. Illuminati dalla luce che filtra dalle grandi vetrate, seduti sui divani colorati o camminando per l’atrio si mescolano le vicende di un’umanità variegata a cui il destino ha capricciosamente assegnato sorti spesso opposte.   

Ci sono bambini in attesa di una visita medica di controllo, donne col pancione che accorrono accompagnate da mariti trafelati, famiglie di varie nazionalità in attesa del parto. E poi ci sono piccoli pazienti oncologici, ragazzini in sedie a rotelle più o meno moderne, bambini che viaggiano agganciati ad una flebo cavalcandone le ruote come fosse un monopattino. La vita in tutte le sue sfaccettature più gioiose e crudeli si incrociano in pochi metri quadrati.

Una madre piange disperata buttata in un angolo, un nutrito gruppo di persone della comunità gitana festeggia chiassosamente una nuova nascita. E poi improvvisamente, un padre accompagnato dal suo piccolo eroe in carrozzina, inizia spontaneamente a suonare le note di “Bohemian Rapsody” da un pianoforte piazzato nel bel mezzo dell’atrio. Tutto sembra fermarsi per un istante mentre gli occhi di molti di noi si inumidiscono cullati dalle note e incantati dalla connessione che la musica crea tra quel padre ed il suo sorridente figlio.

È frequente incrociare volontari con videogiochi, pagliacci con la loro valigetta o splendidi labrador che si dirigono ai reparti dove regaleranno qualche momento di distrazione ai piccoli pazienti ed alle loro famiglie. Così come vedere scendere i piccoli pazienti o visitatori da un piano all’altro usando l’enorme scivolo piazzato accanto al tappeto mobile destinato agli adulti.

La nostra nuova casa, giorno e notte, per un numero indefinito di settimane sarà la terapia intensiva. Ed è proprio da lì, che questa notte ho scritto questo post.

Benvenuta piccola guerriera

Post più letti

13 Gennaio 2017

Orari spagnoli vs Orari europei. Che modello preferisci?

13 Marzo 2017

Dove si pagano più e meno tasse in Spagna?

28 Ottobre 2016

L’invasione di italiani a Barcellona, siamo troppi?

15 Dicembre 2020

Vorrei e quindi posso: il caos dello shopping natalizio