Se fossi olandese

Italia
18 Giugno 2013

amsterdam

Nelle ultime settimane ho realizzato due reportage sui temi particolarmente controversi: prostituzione e droghe leggere.  Queste tematiche appartengono a due universi differenti ma ricevono risposte legislative simili tanto in Italia quanto in Spagna . In entrambi i paesi, la vendita della Marihuana è illegale mentre per il possesso si puó incorrere in sanzioni, piú o meno severe. La prostituzione, invece, è legale, ma non regolamentata, mentre sono illegali il suo sfruttamento e favoreggiamento.

Preparando questi servizi ho intervistato giovani che fumano per piacere, attempati signori che coltivano marihuana e ne fanno uso quotidiano da decenni, piccoli spacciatori di “barrio” ed esperti in disintossicazione. Ragazzine arrivate dall’est e sfruttate da mafie senza scrupoli, donne spagnole che si prostituiscono da sempre ma anche escort dell’ultima ora costrette a vendersi per aver perso il lavoro.

Al termine delle registrazioni, dopo il montaggio, la messa in onda e qualche giorno di riflessione extra mi ero convinto della necessitá di una regolamentazione delle droghe leggere e della prostituzione in stile Olanda. Sono bastati pochi giorni ad Amsterdam, durante le feste, per farmi dubitare di nuovo.

La capitale olandese è incredibilmente affascinante ma il quartiere a luci rosse mi ha lasciato perplesso . I corpi in vetrina, curiosamente solo femminili, sono oggetto di scherno e  la loro presenza, piú che un servizio agli “utenti”,si trasforma in un’attrazione turistica. Non è il mestiere a scalfire la dignitá di queste lavoratrici “sui generis” quanto lo scherno di chi si rivolge a loro come fossero pezzi di carne in esposizione. L’insolenza di chi si comporta di fronte a una persona in vetrina come se fosse un paio di scarpe o un essere al quale è permesso dire qualsiasi cosa. I coffe shop del centro, poi, erano affollati di turisti provenienti soprattutto dall’Italia e Spagna. Nonostante la legge non lo permetta, gruppi di giovani fumavano i loro spinelli in strada o nelle piazze.

Insomma l’impressione finale è che si sia svenduta  l’idea della regolamentazione di prostituzione e droghe leggere. Certo che i tanti che visitano Amsterdam per fumare liberamente o poter praticare sesso a pagamento, portano nelle casse della cittá milioni di euro. E’ un giocattolo molto redditizio ma ha un costo di vivibilità e di immagine per la città.

Non tutti gli olandesi sono orgogliosi di essere diventati il il luna park europeo del sesso e dello sballo. Alcune cittá d’Olanda stanno restringendo l’uso dei coffee shop ai soli residenti e, personalmente, sono a favore di questa misura. Cosí come preferirei che il “red light district” fosse riservato ai soli olandesi e non a disposizione di chiunque voglia farsi una passeggiata nel mercato della carne anche solo per fare una foto o regalarsi il suo fine settimana “trasgressivo”. Perché non tornare al vecchio modello delle “case chiuse”; questo sistema soddisferebbe chi cerca servizi sessuali e garantirebbe alle prostitute di lavorare in un luogo sicuramente più degno che una vetrina.

In conclusione, credo ancora che la regolamentazione sia la soluzione; ma più controllata e restrittiva rispetto al modello “Amsterdam”.

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